Le PEGGIORI e più ASSURDE SOSPENSIONI nella storia NBA
Gianluca Fraula Gianluca Fraula
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 Published On Apr 8, 2024

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Le PEGGIORI SOSPENSIONI nella storia NBA

Draymond Green nei primi mesi della stagione 2024 è semplicemente stato fuori controllo: prima ha tentato di strangolare Rudy Gobert alimentando un parapiglia che non lo vedeva coinvolto, ottenendo una squalifica per 5 partite; qualche settimana più tardi ha colpito Nurkic con un pugno rotante. Due situazioni simili, a così poca distanza di tempo, hanno fatto intervenire l’NBA, visti anche i trascorsi: sospensione iniziale a tempo indeterminato e obbligo di soddisfare diversi requisiti per essere reintegrato in squadra per Green. Draymond è stato fuori per 12 gare, un numero ben distante però dalle sospensioni più lunghe della storia NBA, che ora vi racconto. Ecco in questa speciale classifica non consideriamo le esclusioni a vita.
Partiamo dalle più “leggere”: 25 gare di squalifica.
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Qui la lista è lunga. L’ultimo giocatore a subire una squalifica simile, oltre a non percepire la paga per il periodo lontano dal campo, è stato Ja Morant dopo una serie di incidenti che l’hanno visto mostrare una pistola in due dirette social. La prima il 13 maggio in un night club che gli era costato una sospensione di 8 gare. L’altra di nuovo a giugno. La Lega è intervenuta prontamente, preoccupata che i ragazzi giovani potessero imitarlo. Tutti gli altri giocatori con 25 gare di squalifica invece sono stati sospesi a causa di sostanze non permesse dall’NBA: DeAndre Ayton, Tristan Thompson, John Collins, Wilson Chandler, Jodie Meeks e Didi Louzada.
26 gare di squalifica invece le ha prese un solo giocatore: Kermit Washington degli Houston Rockets alla fine degli anni ‘70. La storia completa la trovate sul canale, ve la lascio anche qua sopra. Si tratta di “The Punch”, il pugno che Kermit ha rifilato a Rudy Tomjanovich, allora giocatore dei Lakers, durante una partita NBA, riducendolo in fin di vita. Una delle pagine più tremende della storia della Lega.
30 gare di squalifica solo per due giocatori:
Stephen Jackson, per il ruolo che avuto al tristemente famoso Malice at the Palace e più in particolare per essere salito sugli spalti e aver colpito un tifoso dei Detroit Pistons, dopo l’incredibile rissa che verrà ricordata per sempre scatenata dalla birra lanciata da uno spettatore addosso ad Artest, anche in questo caso storia completa qua sopra.

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