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Un ruolo che nel gioco del calcio ha subito molte trasformazioni è quello del portiere: oggi il numero uno moderno deve imparare a collaborare alla gestione del gioco coi piedi, saper guidare la difesa come una volta faceva il libero, essere una figura carismatica ma allo stesso tempo capace di avvicendarsi con il portiere di riserva. Il numero delle partite da giocare è aumentato a dismisura e oggi è consuetudine vedersi alternare almeno 2 portieri in ogni squadra, a seconda delle esigenze. Ma c'è stato un tempo in cui fare il portiere di riserva era una vera e propria filosofia di vita, aspettando magari una carriera intera una chance pur di far parte di una squadra di spicco. Grazie alle vostre numerose segnalazioni nei commenti però si sono aggiunti nomi che non possiamo dimenticare, che fanno parte di questo terzo capitolo. Oggi racconteremo dunque le storie dei numeri 12: portieri di riserva, una vita a bordocampo.

Da Fernando Orsi, uomo d'affidabilità per la Lazio, ad Astutillo Malgioglio, portiere dall'animo nobile immerso nell'impegno sociale, ma che si ritrovò in una polemica ingigantita a dismisura. Dall'attitudine tecnica e alla simpatia di Mariano Coccia a Beniamino Abate, destinato alla maglia numero 12 nonostante numerosi tentativi di upgrade. Fino a Luigi Muraro e Sergio Spuri, vere e proprie istituzioni per gli amanti delle figurine Anni 80.

Se ricordi altri storici numeri dodici del calcio italiano, segnalali nei commenti e questo video potrebbe avere presto un quarto capitolo!

Scritto e realizzato da: Fabio Belli
Video: Pexels.com

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