ZICO all’Udinese ||| Quando il più FORTE del MONDO giocava in FRIULI
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 Published On Mar 31, 2022

#Zico #Udinese #Calciomercato

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ZICO all’Udinese ||| Quando il più FORTE del MONDO giocava in FRIULI

Attorno alla stagione 1982 83 dell'Udinese c'è una curiosa leggenda metropolitana. Ne ha scritto
Sportweek nel 2019, l'hanno riportata in tanti: quell'anno l'Udinese non riusciva mai a vincere
in casa e spesso era successo che i tiri dalla distanza si foss ero stampati sulla traversa. A
segnalare la cosa era stato soprattutto Ivica Surjak, attaccante jugoslavo che era uno dei due
stranieri in Friuli, insieme al libero brasiliano Edinho . Surjak, da buon tiratore di punizioni,
aveva voluto vederci chiaro sulla reale altezza delle porte del Friuli. Aveva segnalato la cosa
all'allenatore, Enzo Ferrari, ed era saltato fuori che in effetti le traverse erano di cinque
centimetri più basse rispetto alla misura regolamentare di 2 metri e 44. A metà stagione
avevano si stemato le cose, cambiando le porte in gran segreto, per evitare una raffica di 0 2 a
tavolino. Sarà vero? Le cronache dei giornali riportano solo due traverse casalinghe dell'Udinese,
e una sola traversa di Surjak, in uno 0 0 contro il Napoli ma sapete come si dice, mai rovinare
una bella storia con la verità.

Siamo nel 1983 e ormai da due anni la Serie A ha finalmente concesso la possibilità di
acquistare calciatori stranieri . La riapertura delle frontiere ha riacceso i riflettori sul
campionato italian o , che adesso è il punto di riferimento di tutto il calcio mondiale: aver vinto i
Mondiali l'anno prima ha dato ulteriore lustro al nostro pallone, al quale guardano i fenomeni
sudamericani. Nella stagione successiva al trionfo spagnolo hanno giocato in se rie A due
peruviani, due uruguaiani, quattro argentini e quattro brasiliani, ma non il pezzo migliore della
collezione: un fuoriclasse da 630 gol in carriera, capocannoniere del campionato brasiliano
1980 e 1981, che non ha vestito altre maglie se non l a n umero 10 del Flamengo e della Seleçao,
quella che gli è stata strappata da Claudio Gentile in un duello leggendario allo stadio Sarrià di
Barcellona: il Pelé bianco, Arthur Antunes Coimbra, detto Zico.

Non che il calcio italiano non ci abbia provato. Per p rimo si era mosso il Milan, primavera 1981,
con un tentativo rapidamente scivolato nel patetico. Nelle intenzioni doveva essere il grande
colpo per festeggiare il ritorno in serie A dopo la retrocessione per il Totonero: a 28 anni Zico
era il più forte del mondo, a inizio maggio aveva segnato il gol decisivo nella prima vittoria a
Wembley del Brasile dopo 60 anni. Tre giorni dopo aveva fatto il bis a Parigi contro la Francia. Il
problema però era che il Milan aveva concentrato tutti gli sforzi economici sul giocatore
puntando a comprarlo “a parametro zero”, come si direbbe oggi, in un clima sempre più ostile da
parte dei media locali: Gianni Rivera aveva anche ottenuto l'ok di Zico, ma la società aveva
offerto ben poco al Flamengo che a fine maggio irrita to dall'avarizia degli italiani aveva
annunciato il rinnovo del contratto del giocatore, con un ingaggio da quasi un miliardo e 400
milioni di lire. Una figuraccia: Rivera e il presidente Colombo erano volati in Brasile a prendere
Zico senza considerare il rischio di tornare a casa a mani vuote. “Giochi senza frontiere, senza
rispetto dei tifosi”, aveva scritto all’epoca il Guerin Sportivo.

L'allargamento da uno a due stranieri per squadra a partire dal 1982 aumenta le possibilità e le
suggestioni. Il Bra sile è terra di conquista anche grazie al lavoro incessante di spregiudicati
emissari che contattano direttamente i giocatori, incantandoli con promesse di ingaggi da favola.
Zico è l'oggetto di desiderio di molti, a cominciare dall'Inter, che sostituirebb e volentieri il
deludente Juary con “o Galinho” (il galletto) per le sue movenze eleganti e l'andatura a testa alta
palla al piede. Un inviato speciale dell'Inter viene avvistato a Rio de Janeiro, ma niente da fare. Ci
pensa anche la Roma, alle prese con u na complicatissima trattativa di rinnovo per Falcao. Ci
pensa persino la neopromossa Lazio, per bocca del presidente in pectore Giorgio Chinaglia, che
in un'intervista al settimanale “Oggi” annuncia di aver trovato un accordo con Zico.

00:00 L'Udinese 82-83
02:44 Tentativo fallito
08:40 La trattativa
18:50 La sentenza

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