Il RIGORE che ha CAMBIATO il regolamento e il MONDIALE MAI GIOCATO
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 Published On Feb 2, 2023

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Il 9 giugno del 1974, a Francoforte, la Fifa assegna i Mondiali del 1986 alla Colombia. Una decisione discussa, secondo molti fortemente orientata dall’amicizia tra il nuovo numero uno della Federazione mondiale, il brasiliano Joao Havelange, e Alfonso Senior Quevedo, presidente della Federcalcio colombiana e membro del comitato esecutivo della Fifa stessa. Havelange aveva utilizzato la potenziale assegnazione del Mondiale alla Colombia come arma per conquistare i voti delle federazioni meno potenti: il dirigente brasiliano era salito al potere, ed era arrivata in questo modo l’investitura ufficiale per il Mondiale. Ma il Paese è in condizioni pessime: non mancano soltanto le infrastrutture sportive, ma anche quelle di base. Autostrade, ferrovie, aeroporti: una follia. La propaganda governativa e federale sembra ignorare tutto questo, ma durante Spagna 1982 Havelange inizia a temere per l’effettiva disputa di Colombia 1986. Il suo vice, comunica al governo colombiano i requisiti fondamentali per organizzare il torneo: dodici stadi, due dei quali da 80mila posti e quattro da 60mila, collegamenti stradali e ferroviari sufficienti tra le varie sedi del Mondiale, oltre ad aeroporti all’altezza di una competizione così importante. Il 25 ottobre 1982, il nuovo presidente colombiano, Belisario Betancur Cuartas, risponde alla Fifa con quello che è passato alla storia come il discorso delle “99 parole del no”:

«Come preserviamo il bene pubblico, come sappiamo che il rifiuto è imperdonabile, annuncio ai miei compatrioti che la Coppa del Mondo 1986 non sarà disputata in Colombia, previa consultazione democratica sui nostri veri bisogni. Non si è compiuta la regola d’oro, per cui il Mondiale dovrebbe servire alla Colombia, e non la Colombia alla multinazionale del Mondiale. Ci sono altre cose da fare, e non abbiamo il tempo per affrontare i capricci della Fifa e dei suoi partner. Garcia Marquez ci compensa pienamente la vetrina che perdiamo con la Coppa del Mondo».
(Belisario Betancur Cuartas)

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