Orchidee su zattera, come fare, Tutorial pratico
Orchideria di Morosolo Orchideria di Morosolo
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 Published On May 7, 2019

Zattere Le orchidee epifite si possono coltivare anche senza vaso e bark, ma attaccate ad un pezzo di legno, comunemente chiamato zattera, è un metodo di coltivazione che si avvicina molto al loro modo di crescere naturale, e poi qualche zattera in mezzo alle altre orchidee da un’impressione di selvaggio, magari aggiungendo all’angolo delle orchidee una felce, una piccola palma, o altre piante verdi ci sembrerà, con un pò di fantasia, di aver ricreato un piccolo angolo dell’intricata foresta esotica dove vivono le orchidee tropicali.
Tutte le orchidee epifite si possono coltivare su zattera, il momento migliore per trasferirle dal vaso alla zattera è la primavera, togliete dal vaso la pianta che intendete mettere su zattera, togliete il bark dalle radici scuotendola o aiutandovi con acqua tiepida, poi con un legaccio morbido, sono ottime le strisce di nailon ricavate da vecchie calze da donna, legate la pianta al pezzo di legno e la zattera è fatta.
Alcuni mettono un pochino di sfagno tra la zattera e le radici e poi ancora un pochino sopra le radici, va bene per piante che non devono asciugare troppo come Cochleanthes, Promenea Masdevallia, Restrepie, Zygopetalum ecc, per le altre si può mettere o meno, se si mette trattiene maggiormente l’umidità, se non si mette asciugano prima e vanno bagnate più frequentemente, ma si avranno anche meno problemi di marciumi.
Per le zattere vanno bene diversi tipi di legno, ma i più usati sono il sughero e la robinia (pseudoacacia). Le piante su zattera, avendo le radici all’aria, asciugano più rapidamente di quelle in vaso, in estate le radici delle piante su zattera hanno una bella punta verde e vanno bagnate abbondantemente tutte le mattine, in autunno, man mano che la luce diminuisce, l’attività delle piante rallenta, la punta verde delle radici diminuisce e diminuiranno anche le bagnature, in inverno la punta delle radici si riduce fino a diventare un puntino e si bagnerà pochissimo anche ogni 10-15 giorni o più, e solo con belle giornate in modo che a sera non ci sia più acqua in giro. Con l’allungarsi dei giorni si ricomincia a bagnarle più frequentemente man mano che la punta verde delle radici si allunga.
La concimazione rispetto alle piante in vaso dev’essere più frequente e a concentrazioni più basse perché con le radici all’aria l’acqua evapora più velocemente rispetto al bark e possono restare residui di concime che possono ustionare le radici.
Anni fa in Germania ho conosciuto un collega che coltivava le orchidee su cilindri di terracotta porosa, erano cilindri del diametro di circa 8-10 cm e alti circa 20 cm chiusi sul fondo, le orchidee erano attaccate alla parte esterna del cilindro, quando bagnava un po d’acqua entrava nel cilindro e trasudava lentamente, in inverno metteva un tappo di sughero, tipo quello della damigiane, in modo che l’acqua non entrasse nel cilindro.
In Brasile mi dicono che alcuni coltivatori coltivano le Cattleya walkeriana su tavelloni di terracotta, bagnano la parte posteriore dei tavelloni ed hanno piante stupende.
Sicuramente ci saranno tanti altri metodi di coltivazione che non conosco, in fondo per le orchidee epifite basta un supporto a cui si possano attaccare e con un pò di fantasia ognuno può inventarsi i supporti più sfiziosi e disparati, come un manico di scopa o per le miniature vecchi tappi di sughero.

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