Le tre sorelle (1959)
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 Published On Feb 7, 2014

Le tre sorelle è il titolo di un dramma teatrale, penultima opera drammatica composta da Anton Cechov nel 1900, ispirato alle sorelle Zimmermann di Perm'. Cechov scrisse questo dramma espressamente per il Teatro d'Arte di Mosca. L'opera gli costò molta fatica e riuscì a portarla a termine solo grazie alla tenace insistenza del direttore del Teatro, che voleva assolutamente da lui qualcosa di nuovo per la stagione. Il 29 ottobre 1900 lo scrittore lesse una prima versione del dramma agli attori, che restarono sconcertati: non sapevano come recitarlo, chiesero spiegazioni, ma lui non seppe che cosa dire di più («Sentite, tutto quello che sapevo, l'ho scritto»). Cechov si chiuse allora in un albergo per quasi un mese e finì i primi due atti; poi partì per Nizza, in Costa Azzurra, da dove spedì a Mosca gli altri due atti, oltre ad alcune correzioni e ad alcune battute aggiuntive. L'opera andò in scena il 31 gennaio 1901, senza che l'autore avesse potuto partecipare alle
prove, cosa che invece farà nella stagione successiva. Di questo lavoro teatrale, Silvio D'amico, nella sua Storia del teatro drammatico, diceva che è un dramma in cui "non succede niente". La sostanza della rappresentazione scenica sta in quella dissoluzione della classe aristocratica, di cui Irina, Olga e Maša Prozorov sono tre aristocratiche sopravvissute, incapaci di fare i conti con le nuove classi emergenti in un periodo storico di grandi cambiamenti, preconizzati e temuti. Nella scena finale con cui si chiude il dramma risalta la caratteristica inconfondibile dello stile di Cechov, la sua capacità di creare un'atmosfera, fatta di stati d'animo anziché di azioni. In effetti, i personaggi non si agitano, non "esplodono" mai, non si muovono materialmente nello spazio, se ne stanno chiusi in una stanza, in una casa, in un giardino, e con parole semplici, brevi frasi, lunghi silenzi riescono a farci comprendere il loro tormento interiore, la loro desolazione, l'angoscia di non saper dare una spiegazione alle proprie sofferenze, e insieme la loro indomita, poetica speranza in un avvenire migliore. La versione televisiva andò in onda il 6 marzo 1959 sul Programma Nazionale con la regia di Claudio Fino ed un cast di attori di grande livello.

Personaggi e interpreti:
Andriej Serghievic: Enrico Maria Salerno; Anfissa: Elvira Betrone; Cebutykin: Salvo Randone; Fedòtik: Davide Montemurri; Ferapont: Lionello Zanchi; Irina: Valeria Valeri; Kulyghin: Ernesto Calindri; Mascia: Elena Zareschi; Natascia: Milly Vitale; Olga: Lilla Brignone; Rodè Vladimir Càrlovic : Ruggero De Daninos; Solignij: Luciano Alberici; Tusenbach: Giulio Bosetti; Vierniscin: Gianni Santuccio;

Trama:
In una città di provincia nella quale undici anni prima il padre generale e i figli si erano trasferiti dalla rimpianta Mosca, vivono le tre sorelle Prozorov, attorniate dalla futile ed indolente aristocrazia locale, composta per lo più da ufficiali. Colte, fini, sensibili, le tre donne si sentono sepolte vive in quell'ambiente ristretto, stagnante, sonnolento..., e ricordano sempre con struggente nostalgia Mosca, la grande città, il paradiso perduto. "Tornare a Mosca" è il loro sogno. Olga, insegnante, fiera di lavorare, vorrebbe tornare a Mosca a tutti i costi; Masha è infelice perché a diciotto anni ha sposato l'insegnante Kuljgiu, ed ora lo trova stupido; Irina ha vent'anni ed è corteggiata da Tuzenbach. Il loro padre è morto, capofamiglia è il fratello Andrej, fidanzato alla timida Natasha: il volgare Solenij, l'affettuoso Cebutjkin, ed il fresco arrivato Versinin completano la cerchia degli ufficiali. Andrej sposa Natasha, lei è moglie meschina e madre apprensiva, lui, annoiato, perde al gioco, fino ad ipotecare la casa; Masha diventa l'amante di Versinin, mentre anche Solenij corteggia Irina, che, stanca di quella vita insulsa, anela Mosca, che le appare sempre più un'illusione, e, per la disperazione, accetta di sposare il brutto Tuzenbach, ora borghese. Un incendio distrugge mezza città, ed i Prozorov si prodigano per accogliere le famiglie senza tetto, compresi i Versanin: Natasha si comporta come la padrona di casa, ingrigendone la vita con i suoi modi borghesi. Solenij, geloso, provoca e sfida a duello Tuzenbach alla vigilia delle nozze, e lo uccide. Il reggimento si trasferisce, portandosi via Versinin e lasciando un grande senso di vuoto. Ora Masha ed Irina sono sole, in lacrime, senza un futuro; Olga cerca invano d'infondere nuova fiducia: le aspetta di nuovo la noia d'una vita senza meta.

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