Astra HD9 520 8x8 per trasporto blocchi di Marmo alle cave di Carrara
Pierfrancesco Nardizzi Pierfrancesco Nardizzi
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 Published On Sep 30, 2014

Famose in tutto il mondo fin dai tempi dei Romani, le cave di marmo di Carrara sono state da poco inserite dall'Unesco nella lista dei patrimoni dell'umanità e sono uno dei luoghi dove i camion giocano un ruolo fondamentale, dato che ogni blocco di marmo estratto viene trasportato dai pesanti veicoli altamente fuoristrada e robusti. L'industria estrattiva, nella zona delle Alpi Apuane al nord della Toscana, è da sempre la principale locomotiva economica e l'intera zona e in grande parte dedita all'estrazione, lavorazione e commercializzazione del marmo, che grazie anche al porto di Marina di Carrara i blocchi estratti possono facilmente raggiungere tutto il mondo. Nella sola città di Carrara, infatti, vi sono più di 80 cave di marmo e più di 200 tra segherie e laboratori che trasformano e immettono sul mercato la famosa pietra. In queste grandi cave a gradoni dalle alte pareti bianche slanciate verso l'alto per millenni sono state solo le braccia degli uomini a strappare il marmo alla montagna-madre, ma verso la fine del'800, grazie all'invenzione dell'impianto a filo elicoidale che permetteva di effettuare “tagli” di notevole dimensioni direttamente sulle montagne, si è dato inizio all'era moderna dell'estrazione. Oggi, nelle cave con l'introduzione del filo diamantato e di altre tecnologie come ad esempio la tagliatrice a catena, la velocità di taglio e nettamente aumentata, potendo raggiungere facilmente gli oltre 10 metri quadrati all'ora e portando, così alla luce blocchi di marmo perfetti. Negli ultimi decenni all'interno dei bacini marmiferi carraresi, così come nelle segherie, c’è stata l'introduzione di macchine sempre più affidabili ed efficienti oltre che nettamente più sicure rispetto al passato, ha determinato un aumento considerevole della quantità di marmo estratto, trasformato e commercializzato. Il maggior incremento nella produzione si è subito avuto dopo l'inizio degli anni 60' quando si estraevano all'incirca 450.000 tonnellate, per passare negli primi anni 80' ad una quota di un 1.000.000 di tonnellate. Oggi la produzione si mantiene stabilmente sul 1.500.000 di tonnellate di marmo estratto all'anno.
Dall'avvento dei potenti mezzi meccanici per il carico e il trasporto del marmo, avvenuto pochi decenni fa, la metodologia di estrazione del marmo è rimasta quasi del tutto inalterata.
Dopo aver fatto distaccare dal monte una “bancata”, grazie a potenti pale gommate e escavatori che possono superare anche pesi operativi superiori ai 900 quintali, i blocchi vengono spostati per poter essere riquadrati in dimensioni inferiore più adatti per il carico e il trasporto a valle. In genere le dimensioni dei blocchi si aggirano su 1,8 m di altezza x 2 m di larghezza e 2,8 m di lunghezza.
Una volta che il blocco è pronto per essere trasportato intervengono i veicoli per il trasporto dei blocchi dato che ogni tonnellata di marmo estratto da queste cave viene trasportato esclusivamente grazie ai potenti camion da cava. Grazie ai camion, oggi, trasportare il marmo a valle è decisamente più comodo ma non per questo meno rischioso date le enormi sollecitazioni alle quali sono sottoposti i veicoli con diverse tonnellate di carico dovute alle strette strade sterrate e molto difficili da percorrere dotate di piazzole per gli incroci tra più veicoli e pendenze superiori anche del 30%. Quotidianamente gli autisti di questi speciali camion, che sono in gran parte di questa zona della Toscana, vincono le notevoli difficoltà di guida grazie all'enorme esperienza e abilità accumulata nel condurre questi mezzi unita all'enorme dose di passione e coraggio, facendo così, tali uomini non conoscono paura nell'affrontare questi ardui percorsi.
Questi autisti così specializzati percorrono ogni giorno una media di 150 km riuscendo così ad effettuare, rispettando i tempi di guida, quattro viaggi giornalieri, (due al mattino e due nel pomeriggio) dal sito estrattivo che spesso è localizzato ad altitudine che superano anche i 900 m.s.l., fino ad arrivare al porto di Marina di Carrara o ad uno dei tanti depositi o segherie sparsi nella provincia di Massa-Carrara.


Parte dell'articolo di Pierfrancesco Nardizzi, apparso sulla rivista "Vado e Torno" del 06/2014. Mensile dedicato alla tecnica, novità e curiosità del veicolo industriale.

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