L’INPS presenta il Rapporto 2024 sul lavoro domestico
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 Published On Jun 28, 2024

Le tendenze, le sfide future e le opportunità della Silver Economy: l’INPS ha presentato il Report 2024 sul lavoro domestico durante la conferenza “Evoluzione del lavoro del mercato domestico in Italia: analisi e prospettive a 50 anni dal primo contratto collettivo nazionale”. La presentazione è stata l’occasione per tracciare un bilancio delle azioni già intraprese e offrire un’idea di welfare del futuro in cui il lavoro domestico svolgerà un ruolo decisivo per il benessere di tutti i cittadini.
All’evento hanno partecipato il Presidente Gabriele Fava insieme ai vertici dell’INPS e ai rappresentanti delle istituzioni, agli stakeholders e alle parti sociali, tra cui il Presidente del sindacato datoriale Nuova Collaborazione Alfredo Savia.
In apertura del convegno, il Presidente Fava ha sottolineato come entro il 2050 gli over 65 rappresenteranno circa il 35 per cento della popolazione, un aumento considerevole rispetto al 24% attuale e un dato che offre anche un’utile fotografia del futuro della previdenza italiana. Nel corso del suo intervento, il Presidente ha poi messo l’accento sulla necessità di puntare sulle opportunità aperte dalla Silver Economy e sull’importanza della proiezione dell’Istituto in ottica “hub del welfare”, allineando l’offerta dei servizi al ciclo di vita dell’utenza e puntando sulle opportunità della Silver Economy.
Dati e statistiche del Rapporto sul lavoro domestico si riferiscono al 2023 e offrono una panoramica su un settore in profondo cambiamento. Il dato principale svela un ritorno all’economia sommersa per una fitta percentuale di lavoratori domestici, il cui numero era diminuito tra il 2020 e il 2021 per effetto della regolarizzazione dovuta alla pandemia.
I lavoratori regolari diminuiscono infatti per il secondo anno consecutivo, raggiungendo quota 833.874 addetti (-8% rispetto al 2022). Il 44 per cento di questi svolge ancora mansioni relative al lavoro domestico, mentre il 34 per cento si occupa di altri lavori dipendenti. Cresce la presenza di italiani nella forza lavoro, soprattutto al Sud: erano il 23 per cento nel 2014, sono arrivati oggi al 31 per cento. Sale anche sia la percentuale di badanti rispetto a quella di colf e babysitter, sia l’età media dei lavoratori (55-59 anni), due tendenze strettamente legate alle crescenti esigenze di cura che il progressivo invecchiamento della popolazione residente in Italia impone.

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