LA MIA VITRECTOMIA: ECCO COME E' ANDATA!
Alberto Bellone Alberto Bellone
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 Published On Oct 12, 2016

Racconto la mia esperienza e i miei tre interventi agli occhi subiti nel corso di 16 anni. Ho iniziato con il professor Bellone (il papà di Alberto Bellone) nel 2000, con un intervento laser per abolire l'ipermetropia di cui soffrivo e se lo devo paragonare ad oggi è stato un intervento non facile; prima è stato operato un occhio e dopo 15 giorni l'altro occhio. I risultati sono stati assolutamente fantastici, perché mi ricordo che il professor Bellone, una volta finito l'intervento, guardando la mia cartella storica e vedendo che fin dall'età di 7 anni portavo gli occhiali, mi disse che ero tornato a vedere come quando avevo 14 anni.
Sono andato avanti così per una decina d'anni e poi sono passato sotto le cure di Alberto Bellone, anche perché nel frattempo, cosa prevista, la necessità di avere gli occhiali era tornata e nel 2014 Alberto mi consigliò di intervenire con un intervento di cataratta; i risultati sono stati sorprendenti fino al 23 settembre di questo 2016, dal momenti che non ho mai più utilizzato un paio di occhiali data la mia vista perfetta. Poi il 23 settembre, appunto, mi sono sottoposto a un intervento di vitrectomia che si era reso necessario a causa della formazione di una macchia sull'occhio sinistro che mi dava problemi, sopratutto di natura visiva; questo intervento temevo fosse invasivo ma alla fine è stato il meno invasivo dei precedenti: sono entrato la mattina alle 8, alle 10:30 ero già fuori e con un briciolo di incoscienza me ne sono tornato da solo in auto, tranquillamente; sono stato benissimo e non ho avuto alcun tipo di problema. Sono passate 3 settimane scarse e devo dire che, contrariamente alle previsioni del Bellone, ho riscontrato miglioramenti notevolissimi della vista, al punto tale che quegli occhiali da presbite, utili per leggere, non li uso più. L'intervento, sottolineo, non è stato per nulla invasivo, semplicissimo e totalmente indolore.

Abbiamo raccontato la storia di Alfredo, che da paziente è diventato un amico grazie al lungo percorso condiviso insieme. Il percorso di Alfredo, come lui ha raccontato, è iniziato con un laser ad eccimeri eseguito una quindicina di anni fa, con l'obiettivo di togliere l'ipermetropia (erano cose abbastanza pionieristiche) e devo dire che l'intervento è venuto molto bene e il paziente è rimasto stabile per quasi 10 anni; poi è sopraggiunta una cataratta, quindi un'opacità del cristallino, tramite la quale abbiamo deciso di impiantare una lente multifocale (una Restore) con la quale lui ha ottenuto un risultato refrattivo eccezionale sia da lontano che da vicino; ricordo che dopo gli interventi di entrambi i cristallini con le lenti multifocali vedeva molto bene da vicino in condizioni di buona luce e in condizioni di scarsa luce, ogni tanto, doveva usare un occhialino.
Successivamente Alfredo, il paziente, ha avuto un edema maculare in uno dei due occhi, quindi un versamento di liquido nel postoperatorio (questo è un po ciò che succede ogni tanto in persone che magari fumano e hanno qualche piccolo disturbo di circolazione) e io gli ho fatto un OCT che non ha messo in evidenza alcuna patologia della retina ma solo, appunto, un versamento del liquido. Risolto questo problema Alfredo si è ripresentato da me l'anno sorso, abbiamo fatto un OCT e da questo OCT abbiamo cominciato a vedere che si erano formate delle membrane sulla retina che, appena diventate consistenti, abbiamo deciso di togliere; subito dopo le ferie abbiamo fatto un intervento di vitrectomia mininvasiva a 27 Gauge, facendo dei forellini che sono i più piccoli che oggi si possono fare in un occhio (siamo a 0,4 mm). Voi considerate che il Gauge è l'unità di misura dell'ago, quindi se a casa avete delle siringhe potete leggere 23 Gauge, 25 Gauge, 27 Gauge e quello è il diametro; quanto più grande è il Gauge tanto è più piccolo il diametro, quindi siamo all'ultima frontiera, che è 27 Gauge, 0,4 mm, tramite i quali riusciamo a introdurre una sonda, a introdurre un liquido in un occhio, a introdurre una luce con una fibra ottica e a introdurre il vitrectomo che mangia il contenuto dell'occhio e, quando abbiamo mangiato il contenuto dell'occhio, mettiamo in evidenza le membrane cresciute sulla retina e le andiamo a togliere con una micro pinza.
Tutto questo si fa da 30 anni ma in passato con strumentazioni più grossolane, mentre ora si riesce a fare tutto con un diametro di 0,4 mm. A cosa serve questo? Questa miniaturizzazione porta a una assoluta e totale riabilitazione del paziente il giorno dopo, perché il giorno dopo il paziente toglie la benda all'occhio e non ha subìto punti di sutura, né dolore, né fastidio ma solo qualche moschina volante per qualche giorno; dopo una settimana già non ricorda più di essere stato operato.
Al paziente interrogato gli si chiede se è stato meglio l'intervento di cui abbiamo appena parlato o quello di cataratta e il paziente risponde questo; ecco quindi che abbi....

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