Kastellorizo, l'isola dell'oblio - omaggio al film "Mediterraneo"
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 Published On Nov 26, 2022

“Un giorno, prima o poi, ci andremo a vederla, l’isola di Mediterraneo”, ci siamo promessi dopo aver visto per la prima volta il film capolavoro di Gabriele Salvatores, nel lontano 1991.
E chi ha visto quel film, che rimane ancora oggi molto più di un semplice film, sa benissimo di cosa stiamo parlando.
Una pellicola che ci ha fatto sognare di fuggire, che ha avuto il merito di farci sentire “una fazza, una razza” con i greci.

Kastellorizo è una piccola e sperduta isola dell’Egeo. Un posto che sulla mappa è situato talmente ad Est che non è nemmeno più Grecia, perché sta davanti alle coste della Turchia.
Un’isola che rapisce come canto di sirena chiunque vi posi lo sguardo.
E’ stato così per David Gilmour e lo stesso accadde per Salvatores.
Un luogo quasi mistico, l’isola dell’oblio che il turco Aziz aveva capito meglio di tutti.
Acqua azzurra e calma, case colorate e barchette di pescatori.
Bisogna un po’ sudarsela, questa isola, arrampicata com’è su per la collina, tra scalinate bianche, cicale impazzite e gatti randagi, ma ad ogni angolo è poesia e silenzi da ascoltare.

E noi, come il signor Tenente, siamo arrivati con la barca con l’intento di ripercorrere e rivivere quei luoghi e quei momenti che tanto ci hanno fatto emozionare, realizzando un breve video che riassume un po’ la storia del film e che mette a confronto la scena del film nello stesso punto come lo vediamo oggi.

Dedicato a tutti coloro che, come noi, sono stati stregati dal capolavoro di Gabriele Salvatores.
Dedicato a tutti coloro che si sono emozionati e commossi ascoltando la struggente colonna sonora firmata da Giancarlo Bigazzi e Marco Falagiani che coglie perfettamente il suono malinconico dell’isola.
“Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”, come chiude il film, perché è questa l’isola che più di ogni altra conobbe il dolore che viene dalla separazione, che assaporò prima la gloria e poi la disperazione, l’isola che finì dall’altare alla polvere e poi di nuovo alla ribalta grazie alle luci di un set cinematografico.

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