"Litomachìe" di Matteo Tenardi, a cura di Riccardo Ferrucci
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 Published On Feb 24, 2023

All’interno degli splendidi locali della chiesa di Santa Maria della Spina di Pisa troviamo le magnifiche opere dell’artista Matteo Tenardi. La mostra dal titolo “Lìtomachie”, a cura di Riccardo Ferrucci e con il contributo critico della storica dell’arte Simona Bartolena, ha come protagoniste tre figure che occupano ognuna i tre lati della chiesa e un’installazione centrale, dislocata rasoterra che fa da raccordo.
Ognuno dei tre soggetti, raffigurati a grandezza reale, sta compiendo un gesto ed è raffigurato nell’atto di scagliare una pietra. Le tre opere sono fanno parte del ciclo delle “Litomachìe”, una serie di opere che hanno per centro una sorta di battaglia delle pietre. La pietra all’interno di questa mostra diventa materiale fondamentale ed edificante all’interno della vita dell’uomo. Infatti con la pietra gli esseri umani hanno costruito i primi utensili, le prime armi e poi edifici e strade, hanno arginato corsi d’acqua ed edificato ponti per superarli. Addirittura oggi la più moderna tecnologia ha un cuore di pietra, coi microchips dei nostri smartphone che funzionano grazie al coltan, una roccia minerale che arriva dalle viscere della Terra.
Il connubio tra passato e presente, rivoluzione e quiete, distruzione e ricostruzione diventa all’interno di questa mostra calzante. Scrive infatti a tal proposito il curatore Riccardo Ferrucci: “È un modo originale, quello di Tenardi, per entrare in contatto con lo spazio sacro della Chiesa della Spina proponendo un viaggio, quasi sacrale, tra memoria e futuro, arte e storia, che si inserisce perfettamente nella ricerca portata avanti dall’artista toscano che, nei suoi ultimi cicli pittorici, ha sempre indagato, con profondità, i legami tra ragione e passione, tra realtà e sogno, tra sentimento e paura”.
“Lìtomachie” vuol essere un grido di speranza, un esempio di ricostruzione, cercando di catturare frammenti di verità in mezzo alla distruzione del mondo e alla caduta di ideali e sogni utopici. A questo proposito infatti scrive la storica dell’arte Simona Bartolena: “Lanciare una pietra. C’è un’infinita letteratura e un altrettanto sterminato immaginario comune intorno a questo gesto […]. Secondo Matteo Tenardi continuare a lanciare pietre è un gesto necessario. E proprio questo stanno facendo le figure che lui ritrae in questa straordinaria serie di opere, riunite sotto l’evocativo titolo di Litomachie: tengono tra le mani sassi che prima o poi lanceranno”. Le figure incarnano un’azione di rivolta che vuol spingere lo spettatore ad una presa di coscienza, per creare una nuova realtà e prendere atto della situazione presente. Matteo tenardi attraverso le sue opere vuol far capire allo spettatore che scagliare una pietra è un gesto di rivolta e ricostruzione allo stesso tempo.

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