«Intus-legere». Una lettura dei classici del pensiero.

Tipologia video: VIDEO-LEZIONE. Periodo: CONTEMPORANEO.


Indice

0:00 Introduzione
6:23 «Leggerezza» e «pesantezza»
15:24 Parole fraintese
23:06 Edipo: dramma e responsabilità
31:38 Conclusione


Abstract

L’insostenibile leggerezza dell’essere è un romanzo filosofico di Milan Kundera, pubblicato per la prima volta nel 1984. Elemento vitale dell’opera sono le due categorie della leggerezza e della pesantezza nonché il loro gioco di scambi e di guerra eraclitea. La leggerezza rappresenta tutto ciò che non si ripete, che sembra apparire per poi volare, leggero come una piuma. La pesantezza, per converso, è la gioia e il dramma del ripetersi, del senso, che permane, che opprime. La lotta e l’interscambio degli opposti, entrambi chiavi dell’essere, non lascia pace. La leggerezza si risolve nella pesantezza e la pesantezza, a sua volta, si risolve nella leggerezza. Non c’è un vincitore. Non c’è una vincitrice. Cerchiamo il senso, disperatamente, e quando ci sembra di averlo trovato ecco che il suo peso insostenibile ci opprime. Di lì la fuga, il tradimento, la leggerezza, anch’essa insostenibile.
Il romanzo e i suoi quattro protagonisti, Tomáš, Tereza, Sabina, Franz, tratta del dramma dell’esistenza. Il suo messaggio sembra tuttavia travalicare i singoli esistenzialismi per collocarsi su un terreno politico-sociale. «Leggerezza e pesantezza», «parole fraintese», «kitsch», non sono altro che categorie atte a racchiudere ed unificare il significato di un’Europa divisa in due blocchi. Lo sfondo è la primavera di Praga, i carri armati di Brežnev, le «pause interminabili» di Dubček e la mancanza di un Edipo. Leggero come una piuma ci sembra di scorgere il sacrificio umano di Jan Palach, la torcia umana che illumina, da allora, il peso “sostenibile” della libertà. Altro dramma, di un altro capitolo.

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