Archeologia fragile. Visita ad Eraclea Minoa. Riscontrabile da tutti i visitatori, la copertura ideata per il Teatro affacciato al mare di Eraclea Minoa è un progetto non corretto, se pur temporaneo. Estate 2022. La volontà di preservare la fragile pietra dalle intemperie del mare e del clima, non si è tradotta con efficacia nella pratica. Purtroppo, le immagini storiche presenti ancora nelle guide, o nel web evidenziano maggiormente come la copertura abbia rovinato la poesia del teatro e dell’intero sito.
Si deve ricordare che tutti i teatri dell’antica Grecia avevano una struttura denominata Skenè, inizialmente un telo dipinto e poi una vera e propria struttura architettonica intesa come edificio scenico. Di conseguenza l’apertura verso la natura, che oggi vediamo e molto spesso apprezziamo, non esisteva. Ritornando alla copertura e a quanto deciso in passato, piuttosto che continuare, o clonare in ulteriori ambiti e territori vacue polemiche, si è oggi in attesa con fiducia del bando internazionale di salvaguardia del Teatro di Eraclea Minoa. A tale proposito una conferenza tenutasi il 13 e 14 maggio 2022 ad Agrigento, ha visto il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, gestore del sito, porre le basi per un concorso aperto a tutto il mondo, atto a determinare una fattiva salvaguardia del Teatro. Proprio la conservazione unita al contesto paesaggistico e storico saranno possibili elementi da non sottovalutare per ogni progetto che verrà proposto. La scelta non sarà facile poiché dovrà conciliare molteplici equilibri ed aspetti. In prospettiva, buon lavoro.
Eraclea Minoa fu fondata dai Selinuntini nel VI sec. a.C.
La città, nata come avamposto selinuntino verso occidente, entrò presto nella sfera di influenza di Akragas. Dopo l’invasione cartaginese del 409-406 a.C. Eraclea cadde sotto il controllo punico. Con l’avvento dei Romani la città venne coinvolta nelle guerre servili. Dal I secolo a.C. dopo un lungo abbandono, ritornò parzialmente ad essere frequentata nel V-VI secolo d.C. attraverso la costruzione di una basilica funeraria. Le prime campagne di scavo hanno inizio nel 1950 quando Ernesto De Miro scoprì l’imponente Teatro, risalente al V sec. a.C. L’antica città era protetta da una cinta muraria lunga circa 6 km lungo l'altopiano fino al fiume Platani. Negli scavi sono state anche individuate abitazioni risalenti all’epoca romana.

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