Rapporti sociali ed emozioni nell'età della tecnica - Intervista a Umberto Galimberti
Psicologia - Luca Mazzucchelli Psicologia - Luca Mazzucchelli
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 Published On Mar 3, 2021

Il modo in cui viviamo i rapporti sociali e le nostre emozioni è profondamente cambiato nell'età tecnica. In questa intervista Umberto Galimberti spiega come razionalità, efficienza e produttività abbiano di fatto trasformato la nostra quotidianità in ambito personale e professionale.

"I rapporti sociali non possono prescindere dalle condizioni imposte oggi dalla tecnica": ecco perché, secondo Galimberti, molti contesti lavorativi sono governati da rapporti basati sulla competizione e non, invece, sulla collaborazione e fiducia reciproca.

Un altro effetto della tecnica è la velocizzazione del tempo che ci spinge ad agire le nostre emozioni nell'immediato, riducendo inevitabilmente il momento riflessivo. Il rischio è di vivere i rapporti con scarsa consapevolezza rispetto alla dimensione emotiva nostra e altrui.

Al termine del video, inoltre, Galimberti dà alcuni consigli ai genitori su come gestire al meglio il rapporto con i propri figli.

Di seguito, il minutaggio dell'intervista con i principali argomenti trattati:
0:00 Introduzione
0:14 L'i'inconscio tecnologico
3:54 Cosa significa convivere con gli effetti prodotti dalla tecnica
6:27 Gli "eremiti di massa" e il loro rapporto con le emozioni
7:44 La dimensione della speranza
8:40 Le caratteristiche dell'età nichilista
10:18 L'importanza del ruolo genitoriale nella relazione con i figli

LINK UTILI:
- Scopri il primo videocorso di Umberto Galimberti: “Filosofia del mondo e della vita” dove Galimberti ci accompagna alla scoperta dei 10 temi caratterizzanti l'essere umano, sui quali dovremmo riflettere al fine di affrontare i cambiamenti necessari per vivere al meglio il nuovo millennio. Se vuoi saperne di più, clicca qui al link: https://bit.ly/36nrDN5

#rapportisociali #emozioni #tecnica
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LM: "Umberto, oggi hai parlato della conoscenza filosofica nell'era della tecnica. Intanto ti chiedo: che cos'è l'inconscio tecnologico?"

UG: "allora, fino ad ora la psicoanalisi ha parlato di due inconsci: c'è un inconscio pulsionale, quello che conoscono tutti e che Freud ha chiamato - ES -. Poi c'è un inconscio super-egoico che è l'interiorizzazione delle regole sociali.

Adesso subentra l'inconscio tecnologico, caratterizzato dal fatto che le prospettive della tua esistenza non sono più cadenzate nel conflitto tra regole sociali e pulsioni individuali. Questo è il conflitto psichico visualizzato da Freud.

Adesso, invece, accanto a questo c'è un inconscio tecnologico calibrato sulle categorie della tecnica, che sono l'efficienza e la produttività. Non importa il contenuto del mio lavoro, ma la modalità con cui lo compio; il lavoro può anche essere un lavoro criminale, ma se lo compio bene sono un bravo delinquente. Inoltre il bene e il male si stabiliscono sulla modalità con cui compi il lavoro, non sul contenuto del tuo lavoro. La tua responsabilità è limitata all'ordine superiore, mentre la persona che hai davanti è sostanzialmente insignificante.”

LM: "a proposito dell'inconscio tecnologico, se ho ben capito tu dici che lo abbiamo acquisito a nostra insaputa."

UG: "sì, perché la migliore educazione consiste all'assuefazione al modo comune di vivere. Ecco, allora siccome si fa così, noi non ci siamo neanche accorti che si stavano trasformando il mondo e i nostri comportamenti.

Siamo passati tranquillamente dalla situazione in cui io e te eravamo compagni di lavoro, colleghi di lavoro, ci volevamo bene, avevamo una controparte che era il padrone, a una situazione attuale in cui non è più così. Tu non sei più mio collega veramente, anzi sei sospettato da me: perché se sei più bravo di me, la prima crisi a saltare sono io. Allora ti guardo con sospetto e cominciano i falsi discorsi, la falsa cortesia, con un animo veramente antitetico."

LM: "nel libro - I miti del nostro tempo - tu parli degli eremiti di massa. Gli eremiti di massa che rapporto hanno con le emozioni? Si tratta di un rapporto diverso?"

UG: "sì, hanno un rapporto pazzesco con le emozioni. Perché gli eremiti di massa sono quelli che una volta andavano nelle grotte per non avere a che fare col mondo, adesso sono coloro che si mettono davanti al computer e non escono da lì per non perdere neanche un frammento di mondo.

Ma ciò vuol dire che la risposta avviene a livello emozionale, è basata sull'immediatezza; quindi quello che si riduce è il momento riflessivo. Perché quando non c'erano le mail, non c'erano questi strumenti, tu ricevevi una lettera che impiegava una settimana per arrivare, un'altra settimana per rispondere, e se il tuo interlocutore si lamentava mandava a sua volta un'altra lettera dicendo che le poste non funzionavano.

C'era il tempo della riflessione che adesso non c'è più. Tieni conto che la velocizzazione del tempo dell'informatica è molto più rapido di quanto non sia l'adeguamento psichico, perché l'uomo è lento nell'adeguamento psichico."

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