Amici del Vento - Vecchi amici (1977)
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 Published On May 13, 2012

Questo brano è una delle prime canzoni del gruppo. È stata spirata dalla lettura di "Arcipelago Gulag" di Solgenitzin nei giorni in cui emergeva il dramma del dissenso anticomunista russo. (Lorien)

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Non si contano i cipressi sulla strada dell'addio,
non si contano le spine sulla rosa dell'amor mio,
non si contano gli amici che la terra ha già inghiottito,
non si contan le catene che le spalle mi han ferito.

Troppo azzurro è questo cielo, forse non sarà mai sera,
nella Taiga del disgelo non verrà la primavera.

Non si contano la sbarre che han tagliato il mio orizzonte,
non si contano gl'inverni che han rigato la mia fronte.
L'Occidente si è scordato ch'esistiamo ancora noi,
ci ha venduto per tre lire per non farsi disturbare.

Son milioni le mie croci sotto tante neve bianca,
inghiottite nella fossa della grande bestia rossa.

Vecchi amici vi saluto, non si vive troppi inverni,
ma non voglio restar muto, canterò la Libertà.
Vecchi amici vi saluto, non si vive tanti inverni,
ma non voglio restar muto, forse il mondo capirà.

Vecchi amici vi saluto, voi vedrete primavera
Comunismo tu hai perduto, vincerà la Libertà!

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